Emil Szittya e Lajos Kassák si conobbero giovanissimi, nell’estate del 1909, mentre intraprendevano un vagabondaggio a piedi attraverso l’Europa. Quando si incontrarono avevano appena ventidue anni. Szittya sapeva già molto del mondo, Kassák decisamente meno. Arrivarono insieme a Parigi dopo mesi di cammino, e il loro picaresco viaggio costituisce il cuore di questo libro. Sì, perché i due protagonisti di questo libro non furono soltanto degli artisti sventurati, benché in modi differenti, ma anche dei vagabondi di prim’ordine.
“[…] un destino che li portava invariabilmente a perdersi nella più inappuntabile realizzazione del vero ‘viaggiare sbagliando’. Perdere la strada perché non la si vuole trovare” (Gian Piero Piretto).